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Scuola Montessoriana: come funziona e perché sceglierla
con @saraghirelli_
La scelta della scuola è una delle più importanti che i genitori compiono nei confronti dei figli.
Abbiamo affrontato questo importante discorso con Sara Ghirelli, educatrice montessoriana e parent coach, che ci ha svelato le quali sono le sue peculiarità e i suoi punti forti!
Cosa deve considerare un genitore nella scelta della scuola per il figlio?
Nella scelta sono da considerare diversi fattori. Idealmente un genitore vuole per il figlio il meglio: dall’offerta formativa all’approccio pedagogico. Ma nella scelta va considerato anche il livello organizzativo per la famiglia. Se la “scuola perfetta” è a un’ora di distanza da casa forse è da riconsiderare.
In quanto genitori, andiamo a vedere la scuola, facciamo domande agli insegnanti, non solo sulle offerte formative, ma anche su come gestiscono cose pratiche (come i litigi tra i bambini, o se accolgono anche bambini con il pannolino ad esempio). Per questo gli open day sono utili: per vedere la scuola e per capire chi abbiamo di fronte. Ricordiamo sempre che gli insegnanti sono le persone con cui i nostri figli passeranno la maggior parte del loro tempo!
In cosa una scuola montessoriana si differenzia da quelle tradizionali?
Innanzitutto i materiali: la scuola montessoriana necessita di determinati strumenti e materiali per svolgere le attività pratiche che stanno alla base del suo approccio. Ma non si tratta solo di questo.
La prima e maggiore differenza dalla scuola tradizionale è lo sguardo al bambino, totalmente diverso da quello che si ha nella scuola tradizionale: in una scuola montessoriana i bambini non fanno attività uguali di gruppo. Maria Montessori pone come caposaldo del suo approccio l’idea che ogni bambino abbia la propria strada di sviluppo. Questo comporta che abbia degli interessi propri che vadano sviluppati. L’interesse è il primo motore dell’apprendimento, per cui in una scuola di questo tipo ci sono tante possibilità di messa in gioco del bambino, attraverso la sua libera scelta.
Quando un bambino sceglie un’attività da svolgere, il materiale che utilizza è da considerarsi “occupato” finché non finisce. Gli altri bambini, quindi, alleneranno la loro pazienza nell’attesa che quell’oggetto si liberi. Un bambino in una scuola montessori può ripetere la stessa attività all’infinito se ne sente il bisogno, perché vuol dire che se ne sta nutrendo.
Inoltre, per parlare di scuola montessoriana è indispensabile la presenza di spazio aperto.
Ma se ognuno fa le sue cose non c’è cooperazione?
Se un bambino ha piacere di fare da solo un’attività che potenzialmente si potrebbe fare insieme (ad esempio il lavaggio dei panni), viene rispettato questo suo desiderio. Ci sono poi delle attività (come la preparazione della tavola per il pranzo) che vengono invece sempre fatte in gruppo. In molte scuole montessoriane sono i bambini che settimanalmente scelgono di quale lavoro occuparsi.
Come vengono affrontati i litigi in una scuola montessoriana?
Non c’è una linea guida per tutti gli insegnanti e tutte le scuole, tutto varia dalla personalità degli educatori. Seguendo la linea montessori, di fronte ad una discussione l’insegnante interviene solo quando vede che c’è realmente bisogno della mediazione di un adulto. Si cerca poi di arrivare ad un accordo che metta in relazione positiva i bambini. Nella condizione di facilitare lo stare bene, si possono trovare delle soluzioni. In ogni caso bisogna far capire al bambino che il suo desiderio di fare quell’attività ha valore, e non viene sminuito.
Come sono organizzate le classi?
La scuola montessori prevede l’eterogeneità: le età si mischiano, mettendo in relazione i bambini della fascia 3-6 anni. In alcune scuole addirittura questa commistione avviene anche tra l’asilo nido e la scuola dell’infanzia. In questo modo i bambini decidono dove e con chi stare in base al loro desiderio. Questo avviene anche nelle scuole primarie: ad esempio, ci sono scuole in cui primo e secondo anno diventano biennio e uniscono tutte e due le fasce di età. Nella scuola montessoriana non si lega una fase di apprendimento ad una specifica età.
Qual è il ruolo dell’insegnante nella scuola montessoriana?
Maria Montessori diceva che l’insegnante raggiunge l’apice della sua carriera quando nella classe non serve più. Il ruolo principale dell’insegnante è quello di preparare l’ambiente. L’insegnante è un osservatore che spesso si siede e osserva come sta funzionando il lavoro, quali sono gli oggetti più ricercati, ecc. L’insegnante deve conoscere i gusti dei suoi bambini, perché è attraverso questi che può riuscire ad attirare la loro attenzione verso attività o materiali.
Altre differenza fondamentali tra scuola tradizionale e quella montessoriana?
A prescindere dal metodo che si sceglie - se si discosta da quello tradizionale - dobbiamo considerare che sarà diverso da quello che abbiamo vissuto noi genitori. Quindi bisogna fidarsi di quello che gli educatori dicono, anche per quanto riguarda le abitudini giornaliere in casa.
Spesso nelle scuole montessori non ci sono compiti, o se ci sono sono indirizzati in un certo modo, ovvero sono attività che abbracciano tutti i gusti e che i bambini possono scegliere.
La scuola montessoriana non ha obiettivi rigidi come “entro tot mesi bisogna aver imparato i numeri fino all’8”. Il lavoro si basa sull’interesse e non sull’obbligo. Ci sono bambini non interessati dalla scrittura, ma dalla geografia: si può quindi proporre un’attività di geografia che preveda la scrittura, per fondere due attività in maniera piacevole. Ognuno ha il proprio percorso; a ognuno però si richiedono degli sforzi.
Nella scuola montessoriana non ci sono i voti, perché non si parla di performance ma di processi che ci portano all’acquisizione. C’è la descrizione di quello che è il processo di apprendimento e dell’approccio che il bambino ha.
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