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Progetto Nadì - Nati digitali
Educazione all'uso dei dispositivi elettronici, con Alice di Leva @nadi_natidigitali
Fino a qualche anno fa parlando di schermi si parlava esclusivamente di tv: ora gli schermi si moltiplicano e con loro le preoccupazioni legate al loro uso da parte dei bambini.
Il progetto “Nadì - Nati digitali” di Alice Di Leva nasce dal desiderio di portare un’attenzione pedagogica sul rapporto che i bambini hanno con i media. Inizialmente il progetto ha posto la sua attenzione sulla fascia 0-3 anni, allargando poi il ventaglio alle età successive. Il risultato che ha portato è legato al fatto che gli adulti in primis devono educarsi all’uso del digitale, per poterlo trasmettere in modo corretto poi ai più piccoli.
A livello pedagogico qual è il momento di lasciare che i bambini si approccino ai device digitali?
La comunità pediatrica ha pubblicato delle linee guida in merito. Nei primissimi anni di vita l’apprendimento e lo sviluppo avvengono per via sensoriale: i bambini piccoli hanno quindi bisogno di fare esperienze e vivere relazioni sociali. Sarebbe meglio quindi che sotto i due anni di età evitassero di usare i dispositivi elettronici, perché fisiologicamente hanno bisogno di fare tanto altro. Ma attenzione, non estremizziamo! Il videochatting (ad esempio la videochiamata con i nonni) è esente da questa cosa: non freniamoci eccessivamente in un uso di questo tipo. In questo caso si tratta di un uso non passivo e relazionale di un device, che è assolutamente consentito!
In linea generale ricordiamo che la tecnologia dev’essere uno strumento: i bambini non devono utilizzarla in modo passivo.
Per usare bene le tecnologie i genitori devono affiancare i figli. Per i bambini è molto difficile imparare qualcosa da un’esperienza vissuta attraverso gli schermi, perché si tratta di esperienze in 2d, mediate. Il genitore può guidare con la voce l’esperienza che si fa attraverso lo schermo. Il genitore ha anche un ruolo importante nella selezione e nella scelta dei contenuti da mostrare ai bambini.
Cos’è la classificazione PEGI?
Classifica per età e per contenuto i videogiochi. Non dà indicazioni d’uso rispetto alla giocabilità, non indica la “difficoltà” del videogioco stesso. Il contenuto di un videogioco è un parametro molto importante per valutare se permettere o meno ad un bambino di giocarci: può essere violento, spaventoso, e quindi inadatto alla sua età e consapevolezza.
Qual è la durata di esposizione allo schermo consigliata per un bambino?
Tra i 3 e i 5 anni non dovrebbe superare i 30-40 minuti al giorno. Lo screen time calculator permette di inserire i dati del bambino e le sue abitudine giornaliere e di sonno, per calcolare indicativamente il lasso di tempo consono per cui il bambino può fruire dei device digitali
È sempre consigliabile evitare di utilizzare gli schermi durante i pasti e vicino ai momenti di sonno: infatti, possono avere ricadute su come si gestiscono tali momenti importanti della giornata.
Si parla di “sharenting” per indicare il contesto genitoriale che mostra e condivide scene di vita dei propri figli. È sicuro?
Ogni volta che pubblichiamo qualcosa sul web perdiamo ogni diritto su quell’immagine. Trattandosi di minori, non esiste una decisione giusta o sbagliata: qualsiasi decisione deve però essere presa in maniera consapevole e ben pemsata, per garantire la massima sicurezza al bambino. Il tema della sicurezza si interseca poi con quello etico: l’immagine di mio figlio è mia? Quando sarà grande sarà felice di ciò che ho condiviso di lui? Se noi abituiamo i nostri figli ad essere condivisi senza che mai venga espressa la loro volontà, cresceranno con poca consapevolezza a riguardo.
Come introdurre l’uso del cellulare?
Stiamo molto attenti a fornire un dispositivo personale con connessione a internet ad un bambino. Un bambino a 13 anni ha un cervello prettamente emotivo: ciò significa che non sarebbe in grado di assimilare e comprendere correttamente determinate cose che potrebbe scoprire tramite internet . È consigliabile iniziare attraverso un dispositivo famigliare da utilizzare solo in casa e che viene gestito insieme ai genitori.
Il genitore deve parlare col figlio di ciò che fa e cosa vede sui social.
Tornando alla domanda, la risposta potrebbe quindi essere: oltre i 13 anni!