E se mio figlio non dorme?
Manuale di sopravvivenza per neo-genitori
a cura di Elena Biondi
Il sonno dei più piccoli e il suo funzionamento, sono per molti un mistero. Il più delle volte ci sentiamo esausti e persi di fronte al mistero inconfutabile di come sia possibile per i nostri piccoli dormire 12 ore di giorno e svegliarsi ogni due ore la notte. O di non dormire affatto di giorno e di notte.
Spesso si pensa che il bambino “buono” dorma e il bambino “cattivo” dorma male, che ci sia stata una responsabilità da parte dei genitori e che se i bambini non dormono dobbiamo rassegnarci fino ai tre anni. Il sonno in realtà è un mondo molto complesso, che si interfaccia con componenti organiche, pratiche, componenti emotive e anche di orari e abitudini.
I metodi non sono mai stati la mia chiave di lettura preferita. Quello che cerco di fornire ai genitori sono informazioni efficaci che aiutino a semplificare questo modo così affascinante ma anche difficile.
A dormire si può imparare, in modo graduale e con la guida e l’aiuto dei genitori. La vostra componente emotiva in questo è essenziale per garantire ai piccoli un sonno sereno, anche se so bene che il passaggio per aiutarli a volte può essere stressante.
Se lasciate ai vostri bambini degli spazi per gestire il momento dell'addormentamento in modo autonomo, anche se in vostra presenza, ma senza cullarli, hanno opportunità di imparare a gestire il sonno da soli.
Questo ovviamente può comportare della frustrazione da parte dei piccoli, pertanto richiederà la gestione di un pochino di pianto di frustrazione che so non essere semplice. È bene ricordare però che dormire bene è qualcosa che fa bene in primis ai nostri bambini e quindi vale la pena investire il nostro tempo e energie. Se un addormentamento non è autonomo e sta generando dei risvegli, bisogna provare a rendere i bambini partecipi e protagonisti di questa fase. Il messaggio dovrebbe però partire da voi, senza aver paura di gestire un momento di difficoltà e/o protesta.
Nei primi mesi di vita per dormire i piccoli si abituano a contatto, suzione e movimento. Alcuni di questi condizionamenti involontari rimangono nella loro coscienza legati alla fase del sonno e li portano a gestire i risvegli in modo non autonomo. Per questo motivo a volte più interveniamo più li svegliamo, anche se sembra paradossale! I risvegli fisiologici nei bambini possono essere gestiti in maniera autonoma dai piccoli. Se gli orari sono regolari ma ci sono numerosi risvegli, dobbiamo iniziare a valutare un tipo di addormentamento più autonomo e una gestione dei risvegli in presenza sì del genitore, ma che aiuti i bambini a trovare un loro proprio modo di addormentarsi.
Al di là di malesseri fisici, sui quali ovviamente dobbiamo intervenire, una routine quotidiana del sonno dovrebbe prevedere un intervento progressivamente minore da parte del genitore per aiutarli a favorire un rapporto con il sonno più sereno e autonomo. Come per il camminare anche per il dormire è necessario lasciare ai bambini spazio per imparare. Senza però che questo causi stress.
Ecco 7 strumenti utili per iniziare ad approcciare al meglio il mondo del sonno dei piccoli
1. UNO SWADDLE utilizzato nei primi mesi di vita è uno strumento magico. Si utilizza da 0 a 3 mesi e ricordatevi in ogni caso di controllare sui manuali e guide online come utilizzarlo nel modo più adeguato e sicuro.
SWADDLING: (o ‘fasciare’ il neonato) è sicuramente una pratica che se eseguita nel modo adeguato può aiutare a farlo riposare meglio e a farlo sentire più tranquillo. Una pratica accogliente adottata da molte culture diverse che ricorda al neonato la sensazione di stare nel grembo materno. Il momento migliore per iniziare, è dai primissimi giorni, in modo che possa adattarsi alla posizione sin da subito. Per sicurezza deve sempre dormire a pancia in su, possibilmente inserito all’interno di un cuscino anti ribaltamento. Il tessuto per la fasciatura deve sempre essere adatto alla temperatura esterna, la fasciatura sulle gambe deve essere morbida mentre le braccia e il busto possono essere fasciate leggermente di più. Fondamentale è per le prime volte, chiedere a qualcuno che l’ha già fatto come farlo nel modo appropriato, o guardare un tutorial. Non coprite mai il collo o il viso e se siete in posti molto caldi non va fatta se non in presenza di condizionatori, ma non abbiate paura perché se fatto nel modo appropriato è una tecnica rilassante che aiuta il neonato a sentirsi protetto e al sicuro durante il momento del sonno.
2. WHITE NOISE MACHINE Una macchina per i rumori bianchi è qualcosa che porto sempre con me nella mia borsa di Mary Poppins quando seguo dei clienti durante le notti.
3. L'AMBIENTE del sonno di giorno e di notte deve essere possibilmente lo stesso. Buio e con la giusta temperatura. Fino ai sei mesi-un anno il bambino può stare in camera con noi, poi è preferibile trasferire il piccolo nel proprio ambiente. Sono fondamentali la temperatura intorno ai 23 gradi, umidificatore, White Noise Machine ed una culla sicura.
4. GIORNO E NOTTE
Non è vero che la luce di giorno “li abitua a dormire ovunque”, aiutare il bambino con il buio, non solo lo aiuta a non distrarsi ma favorisce la comprensione della differenza tra il giorno e la notte.
5. L'IMPORTANZA DI SEGUIRE LE FASI DI SVILUPPO
Nei primi due mesi tutto è concesso perché i piccoli non conoscono e non possono comprendere la differenza fra il giorno e la notte. Durante il terzo e il quarto mese è il momento in cui consolidare le loro abitudini legate al sonno. Una routine, un ambiente specifico, degli orari precisi, un addormentamento dolce e senza troppi movimenti in culla sono l’ideale. È il momento in cui iniziare a consolidare le loro capacità di addormentarsi parzialmente in autonomia. Nei primi mesi di vita un neonato può dormire fino a 18-20 ore al giorno, in genere questo ritmo dura un mese al massimo, più comuni sono le 16-18 ore complessive fino al terzo mese, 14-16 dal terzo mese in poi, fino ad un ritmo di 1 un'ora di pisolino la mattina, due ore nel pomeriggio, 30 minuti in serata e 12 ore la notte, verso il quarto mese.
6. LA CHIAVE DEL SONNO È necessario che la “chiave del sonno” sia interna. Legata ad una sicurezza che i bambini portano con loro. Il nostro compito è aiutarli a trovare questo magico elemento e guidarli verso un addormentamento che sia soltanto loro.
7. GLI ERRORI DEI GENITORI A mio parere almeno riguardo al sonno non esistono.
Il sonno è un argomento di cui si conosce poco, la bibliografia non sempre esiste in italiano, anzi quasi mai. Non ci sono testi di riferimento validi che non siano estremi e nella maggior parte dei casi è un lavoro talmente nuovo nel nostro paese che sono pochi i consulenti che hanno delle reali casistiche da presentare. I genitori in questo contesto non sbagliano: tentano, fanno del loro meglio e se stanno leggendo questo articolo è perché vogliono migliorarsi. Il nostro ruolo, come consulenti del sonno, è farli sentire accolti e compresi. Le mamme e i papà fanno quello che possono con le capacità e le informazioni a disposizione. Non dormire non semplifica le cose, perciò accantoniamo la parola “errore” e concentriamoci su termini come “miglioramento”, “soluzione”, “comprensione”.
A dormire in maniera più efficace si può imparare e spesso anche con un percorso molto più lineare e meno complesso di quello che si pensa. Io sarò sempre a vostra disposizione per aiutarvi a capire di più, per quello che so e che spesso imparo da voi e dai più piccoli.
Un abbraccio,
Tata Elena