Svezzamento no stres: 9 consigli

9 semplici consigli per uno svezzamento senza stress

Siamo finalmente arrivati alle prime pappine! Non preoccupatevi, il periodo dello svezzamento sarà quello che vi farà ritinteggiare i muri di quel giallo che avete sempre voluto!

Scherzi a parte, l’integrazione di cibi complementari al latte è importante per provvedere al fabbisogno del bebè in crescita. Ciononostante ricordiamo che la raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dell’UNICEF è di continuare ad allattare fino ai 12 mesi in modo complementare al cibo solido.

Da non sottovalutare che per i papà lo svezzamento è spesso il primo momento in cui possono assumere un ruolo di ‘nutrire’ i bebè e sviluppare un rapporto più stretto con loro.  In questa fase i papà possono essere coinvolti sempre di più nella routine familiare creando anche le basi per una condivisione di responsabilità nella crescita dei figli.

Ci sono tanti modi di affrontare lo svezzamento che tra l’altro variano da paese a paese in modo molto interessante e curioso! Le famiglie Giapponesi o Tailandesi seguono regole molto diverse da quelle Italiane! Anche tra i paesi Europei ci sono differenze e quindi consigliamo di mantenere un atteggiamento aperto e costruttivo, seguire poche e semplici regole (concordate comunque col pediatra) sapendo che da qualche altra parte del mondo stanno svezzando in modo completamente diverso e quindi difficilmente si faranno errori irreparabili. Sdrammatizziamo allora leggendo l’ottimo articolo di Irene Chellini qui, che oltre ad essere informativo è anche molto divertente!

Ricordiamoci anche di osservare e ascoltare le reazioni del bebè che sta scoprendo un nuovo mondo sensoriale e si sta costruendo una palette di gusti propria. L’importante è di non stressarsi di fronte ai primi rifiuti o ‘incidenti di percorso’ e di prendere tutto con buon senso e una sana dose di humour.

 

 

 

 

 

1. L'età gusta per iniziare

 

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’UNICEF, consigliano il latte come unico alimento completo per bambini fino ai sei mesi, è quindi suggerito iniziare lo svezzamento a partire da quell’età. È possibile iniziare a dare solidi prima dei 6 mesi ma non è consigliato, soprattutto per evitare rischi al sistema digerente. In particolare non è consigliato in quelle famiglia dove ci sono casi di celiachia o intolleranze al glutine.

2. Il mio bambino è pronto?

 

All’avvicinarsi dei 6 mesi va comunque valutato che i bambini sono tutti diversi tra loro e alcuni saranno pronti prima di altri. Ecco alcuni segnali per capire se il bebè è pronto:

  • Il bebè può stare a sedere da solo e tenere su la testa

  • Ha raggiunto un peso sufficiente, di solito il doppio del peso alla nascita

  • Mostra interesse al vostro cibo, osservandovi mentre mangiate e provando a “intercettarlo”.

  • Ha raggiunto una coordinazione motoria che gli permette di prendere oggetti e portarseli alla bocca senza aiuto

  • Riesce a inghiottire puree quando provate a dargli le prime cucchiaiate (se è troppo presto spingerà il cibo fuori dalla bocca con la lingua)

 

 

 

 

3. In quale ordine introdurre gli alimenti

 

È importante che l’introduzione degli alimenti sia fatta in modo graduale per poter identificare eventuali allergie o intolleranze e per non mettere alla prova il sistema digerente del bebè che si è fino ad allora alimentato di solo latte.

Per questo in molti paesi si inizia solitamente introducendo alimento per alimento singolo, per poi passare a cose più complesse. Nei paesi del Nord Europa e negli Stati Uniti, per esempio, la raccomandazione dei pediatri è di iniziare con un cucchiaino alla volta di una verdura (cotta al vapore e poi passata, quindi una purea concentrata ricca di vitamine) iniziando con quelle dal gusto più neutro o un po’ dolce (zucca gialla per esempio, patata, carota) introducendo una verdura alla volta con almeno una settimana di distanza tra loro per poter vedere eventuali reazioni.

I carboidrati vengono introdotti dopo varie settimane, come anche la carne o pesce. In Italia, invece, si inizia con un brodo vegetale a cui vengono mescolate delle farine senza gutine. Tra i carboidrati alcuni consigliati per iniziare sono riso, tapioca, mais, avena e in ultimo grano.

Si consiglia di proporli sempre un alimento per volta, per testarne la risposta, e in piccole quantità. Ricordatevi che il bambino non ha mai provato niente che non sia il sapore del latte materno.

 

 

 

4. La prima volta

 

Iniziamo sostituendo la poppata delle 12:00 con le prime cucchiaiate di brodo o verdura al vapore, in piccole dosi per abituare il bambino a un nuovo gusto e consistenza e ad un alimento mai provato prima.

Aspettiamo che il bebè dia i consueti segni di fame, ma non troppo per evitare che si indispettisca. Se è allattato artificialmente non facciamo vedere biberon e latte. Anzi, si può approfittare dello svezzamento anche per far iniziare il bambino a bere acqua in tazze aperte ma di misura appropriata (come le Babycup) invece che dal biberon che rimarrà confinato alla somministrazione del latte e sarà più facile da ‘togliere’ al momento giusto. Mettiamoci comode ma non facciamoci troppe aspettative.

Sarà improbabile che al primo pasto il bebè ‘mangi’ davvero: piuttosto assaporerà quello che le viene dato sputacchiando per la consistenza nuova… Non allarmiamoci e non mettiamo schemi rigidi, se il bambino non vuole più brodo o verdura per quel pasto ma il latte non preoccupatevi, con calma si abituerà al nuovo sapore. Piuttosto non dimenticate di filmare il primo cucchiaino e le inevitabili smorfie che farà il vostro pargolo! Saranno dei ricordi che rimarranno con voi per sempre!

 

 

 

 

 

5. Svezzamento all'italiana: il primo brodo vegerale

 

Se si vuol seguire lo svezzamento all’Italiana partendo da una pappa di brodo ecco come fare.

Mettere in una pentola per la cottura a vapore una patata, una carota e una zucchina precedentemente lavate con cura e tagliate a pezzetti. Aggiungere 500ml di acqua e cuocere a vapore fino a quando le verdure saranno morbide. A cottura terminata prelevare circa 200ml di acqua di cottura ed aggiungervi crema di riso o farina di mais e tapioca fino al raggiungimento della consistenza desiderata. Aggiungere poi due cucchiaini di parmigiano reggiano grattugiato e uno di olio extravergine di oliva (come quello della marca Zero Tre pensato appositamente per i bambini).

Può essere una variante usare le verdure di stagione, invece che, per esempio, le zucchine d’inverno, che sicuramente sono più buone e ricche di sostanze nutritive.

Si può inoltre pensare di provare a dare verdure “dolci” come la zucca gialla e le carote, che, rispetto ad altre verdure, sono più simili al sapore dolce del latte, per rendere il passaggio meno difficile.

 

 

 

 

6. Svezzamento all'Europea: puree di verdura e frutta

 

Lo svezzamento con purea di verdura e frutta è molto semplice ed è interessante vedere e la reazione dei bebè ogni volta che si introduce un alimento nuovo! Si inizia con una purea ottenuta cuocendo a vapore una verdura scelta tra quelle più indicate perché più neutre come sapore e a basso rischio di allergia.

Tipicamente le verdure consigliate per iniziare sono carote, zucca gialla, patata, patata dolce, seguiti poi nelle settimane successive da cavolfiore, broccoli, spinaci, fagiolini. Al primo pasto si prova ad offrire un cucchiaino della purea di verdura scelta. Dopo qualche giorno in cui si è provato con una verdura, dopo aver constato che non ci sono reazioni allergiche, si passa ad un’altra. Poi a poco a poco le verdure che hanno passato il test possono essere mescolate tra loro per ottenere della pappe più saporite e variate.

Si può iniziare anche a dare puree di frutta ma va considerato che se il bebè si abitua a sapori troppo dolci fin dall’inizio, farà più fatica a passare alle verdure e quindi si consiglia di alternare frutta e verdura fin dall’inizio (la frutta tipicamente suggerita per iniziare è banana, mela cotta al vapore, pera cotta al vapore, avocado). Successivamente vengono introdotti cereali, alcuni formaggi, carne, pesce (questi ultimi sempre cotti al vapore).

 

 

 

 

7. Gli alimenti vietati fino a un anno di età

 

Soprattutto con bambini golosi, può essere divertente provare tanti cibi diversi, ma ci sono alimenti che non sono indicati fino al primo anno di età perché a pi`u forte rischio di causare allergie. In ogni caso fatevi dare una lista dal pediatra. Tra questi:

  • Sale e Zucchero

  • Fragole e frutti di bosco

  • Cioccolato e cacao

  • Miele

  • Salumi e insaccati tranne prosciutto cotto

  • Frutta a guscio

8. Gli alimenti vietati fino ai tre anni

 

  • Frutti di mare: se non gestiti bene possono provocare intossicazioni come la salmonella.

  • Carni e pesce crudo: possono contenere germi che possono provocare infezioni intestinali. I bambini non hanno ancora sviluppato un sistema di difese immunitarie atto a proteggerli completamente.

  • Le bevande zuccherate: abituandosi al sapore dolce aumentano la loro attrattiva ma non hanno nessun beneficio nutrizionale e sono ad alto contenuto zuccherino che favorisce l’obesità.

  • Bevande contenenti caffeina (tè, caffè... ) L’assunzione di queste bevande può avere effetti negativi sul sonno e sull’umore data la loro azione stimolante.

 

 

 

 

9. Allattamento durante lo svezzamento

 

L’OMS e UNICEF consigliano di continuare fino a un anno di età. È naturale che il numero di poppate sarà ridotto in base alla quantità e al numero di pasti complementari assunti ma il latte continua a dare un grande apporto nutrizionale. Ovviamente nel caso non sia possibile continuare l’allattamento al seno, si continuerà con latte artificiale.

10. Autosvezzamento: fa per me?

 

Una tendenza interessante che sta prendendo piede è lo svezzamento a richiesta o autosvezzamento è un modo di affrontare questo delicato periodo. Alla base c’è l’idea che il bambino abbia una naturale capacità di autoregolamentazione, e che quindi lo svezzamento sia “innato”.

Il bambino inizierà ad incuriosirsi, durante i pasti, a ciò che mangiano i genitori, e a voler testare anche lui. È compito dei genitori rendere il cibo a disposizione del bambino adeguato, senza rigidi schemi o calendari prestabiliti. La dieta familiare, naturalmente, dovrà essere adeguata sotto tutti i punti di vista, sia qualitativi che quantitativi.

È cosa consona e saggia parlarne col pediatra per stilare la dieta e ricordarsi che il bimbo non ha ancora i denti e che quindi anche la consistenza dovrà essere adeguata al suo sviluppo e che non presenti rischi di soffocamento. Se volete cimentarvi e avete dubbi, un ottimo sito per documentarvi è: autosvezzamento.it

 

 



 

 

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